Associazioni dei collezionisti filatelici: giù le mani dai francobolli.
Da comunicato di Carlo Giovanardi, presidente dell’Associazione Fiume 1918-2018, Bruno Crevato-Selvaggi, presidente della Federazione fra le società filateliche italiane, Sebastiano Cilio, presidente dell’Associazione nazionale professionisti filatelici, Beniamino Bordoni, presidente dell’Unione stampa filatelica italiana.
La Sovraintendenza archivistica della Lombardia ha notificato a Ferrario aste l’avvio di un procedimento per la notifica della dichiarazione di interesse culturale relativa alla vendita di una collezione di francobolli di Fiume dal 1918 al 1924.
Per la prima volta al mondo, se il procedimento avrà seguito, gli acquirenti di semplici francobolli saranno soggetti a pesanti vincoli, mettendo in crisi un mercato che coinvolge milioni di collezionisti, case d’aste, riviste, circoli filatelici, sulla base di presupposti storicamente e giuridicamente abnormi.
Fiume infatti dal 1918 al 1924, contrariamente a quanto scrive la Sovraintendenza, fu Stato indipendente, che nulla aveva a che fare con il Regno d’Italia, con regolari emissioni che avevano validità postale soltanto per la corrispondenza in partenza da quello Stato.
I semplici francobolli poi, italiani, di Fiume o di qualsiasi Paese al mondo, nuovi o usati che siano, sono multipli (stampati in centinaia di migliaia di esemplari, se non milioni) quindi certamente non classificabili come pezzi unici suscettibili di particolare tutela.
Questi francobolli sono nella piena disponibilità di chi li ha acquistati, non avendo alcun fondamento giuridico i provvedimenti di una Sovraintendenza che li vuole sottoporre a notifica, impedendo per esempio la loro vendita all’estero.
Chiediamo pertanto al ministro di intervenire per annullare questa grottesca procedura, che peraltro pare carentissima sia d’istruttoria sia di motivazione e che rende ancora più pericolosa l’idea di uno Stato bulimico che restringe sempre di più le libertà dei cittadini pretendendo di controllare e sindacare con vincoli assurdi persino la semplice collezione e circolazione dei francobolli.
LA RISPOSTA DELLA DIREZIONE GENERALI ARCHIVI DEL MINISTERO DELLA CULTURA:
Con circolare del 27/3/2024, il Direttore dottor Antonio Tarasco precisa come la circolare n. 69 del 1986 chiarisce che in caso di francobolli staccati dai rispettivi supporti e non più ad essi riconducibili, oppure aderenti a buste o altri involucri privi del contenuto originario, il materiale filatelico (rappresentato sia da pezzi singoli che da collezioni) non appare riconducibile alla categoria di “documento” in senso stretto e non ricade quindi nella competenza istituzionale delle Soprintendenze. Precisa inoltre che la circolare stessa aggiunge che solo nell’ipotesi di francobolli applicati direttamente su un documento o su buste o altri involucri contenenti documenti può configurarsi una fattispecie riconducibile alla legislazione archivistica; pertanto solo in tale residuale fattispecie è astrattamente configurabile la competenza delle Soprintendenze a valutare l’interesse archivistico sopra i documenti di natura pubblica o privata, e giammai i soli valori filatelici.
→ il testo integrale della circolare 27/3/2024 Direzione generali archivi Ministero della cultura